Volare in inverno: il problema del ghiaccio

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Volare in inverno per un pilota può essere un’esperienza molto suggestiva, soprattutto quando si ha la possibilità di trovarsi in una di quelle giornate perfette con cieli azzurri, aria fredda e densa. Il volo invernale però può presentare anche alcune sfide, prima fra tutte la formazione di ghiaccio.

Per i piloti che operano in zone dove le stagioni fredde sono parecchio lunghe, il problema del ghiaccio può essere costante: ci sono infatti aeroporti, come quello di Toronto, che nel dicembre 2021 hanno dichiarato di avere a disposizione ben 36 camion antighiaccio e uno staff di 160 persone impiegate solo nelle operazioni di scongelamento dei velivoli.

Se hai viaggiato su un aereo di linea nel pieno del clima invernale, ci sono buone probabilità che tu abbia visto almeno una volta i meccanici in pista intenti a scongelare il ghiaccio formatosi sulle ali dell’aereo. Questa operazione si chiama de-icing.

Rimuovere il ghiaccio dagli aerei: cosa è il de-icing

Il de-icing, ovvero lo sbrinamento, è il processo di manutenzione che serve a rimuovere neve, ghiaccio o brina dalla superficie di un aeromobile. Gli aerei sono infatti progettati per volare con superfici pulite: durante i periodi più freddi dell’anno è dunque importante intervenire sul ghiaccio che può accumularsi sulle ali e sulla parte anteriore dei motori, perché può interferire sul volo.

Il profilo dell’ala cambia infatti forma a causa del ghiaccio, perdendo le caratteristiche aerodinamiche con le quali è stato progettato. Inoltre, il ghiaccio ostacola dal punto di vista meccanico il movimento dei flap che sono fondamentali in fase di decollo e atterraggio.

Riguardo invece i motori, quando il ghiaccio si forma nella parte anteriore di questi, può ostacolare l’ingresso dell’aria e ridurre così le prestazioni dei propulsori.

Per rimuovere il ghiaccio si utilizzano mezzi speciali che spruzzano a temperature elevate diversi tipi di miscela di acqua e liquido con funzione de-ice o anti-ice (per prevenire cioè la formazione del ghiaccio): questa operazione dura all’incirca 10/15 minuti e si svolge in un’apposita area della pista in quanto i fluidi utilizzati hanno un alto impatto ambientale e vanno raccolti in modo adeguato.

Cosa fare per il ghiaccio che si forma in volo?

Finora abbiamo accennato alle operazioni di scongelamento che si effettuano quando l’aereo è ancora a terra, ma il ghiaccio può formarsi anche in volo. Gli aerei sono perciò progettati per avere propri sistemi di de-ice o anti-ice.

In volo, un aereo può incorrere in diversi fenomeni di formazione di ghiaccio: ad esempio, quando le piccole particelle di umidità presenti in una nuvola impattano contro la superficie fredda dell’aereo, può formarsi un sottile strato di ghiaccio granuloso; ma può anche capitare che si formi quello che viene definito “vetrone”, cioè una lastra di ghiaccio molto compatta e molto resistente, che si attacca alle superfici aerodinamiche dell’aereo.

In questo secondo caso si parla anche di “freezing rain”, ovvero quella pioggia che, sebbene abbia una temperatura molto fredda, è ancora allo stato liquido, fino a quando si posa su una superficie divenendo subito ghiaccio molto duro.

Per prevenire la formazione di questo ghiaccio, i velivoli come i turbojet e i turbofan, sono dotati di un sistema di riscaldamento che prendendo aria calda dai motori, la convoglia sulle ali, sulla gondola dei motori e, in alcuni casi, anche sugli stabilizzatori e sulla deriva.

Gli aerei di dimensioni medie e piccole non usano sistemi anti-ice come quello descritto sopra, ma piuttosto sistemi meccanici di de-ice: sulle ali e sulla parte frontale delle eliche, sono presenti camere d’aria che con un comando si gonfiano rompendo la superficie ghiacciata. 

In conclusione è importante dire che un pilota ovviamente cerca di evitare le zone che sono a rischio di formazione di ghiaccio, perché la prima misura di sicurezza resta sempre quella della prevenzione del pericolo.