Intervista a Vito Preti su Il Resto del Carlino

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Ozzano, con Vito Preti a scuola di volo

Da pilota militare in America alla scuola di Ozzano Professional Aviation

Ozzano (Bologna), 23 dicembre 2018 – Ha imparato la lezione l’Icaro dei giorni nostri: si tiene lontano dal Sole quel tanto che basta per continuare a volare. La passione condivisa con l’alter ego mitologico non è andata perduta in Vito Preti – numero uno della scuola di volo ozzanese Professional Aviation –, che oggi si trova tra le mani un business in continua espansione, vista la crescente domanda di piloti. Una storia ‘fra le nuvole’ iniziata all’età di 14 anni grazie alle prime parabole col parapendio. Poi Vito non si è più fermato: a 16 anni ha preso i comandi di un ultraleggero e a 18 la licenza di pilota privato. Si è poi affacciato al mondo professionistico, con il diploma all’Accademia Aeronautica di Pozzuoli e, nel 1998, è volato letteralmente oltreoceano fino alla base di Sheppard, nel Texas, diventando pilota militare americano. Nel ’99 è tornato in Italia, prima a Cervia, poi a Istrana, fino al 2010, quando si è congedato dal 51esimo Stormo.

Quasi trent’anni passati fra le nuvole, ma quando è nata l’idea di una scuola di volo a pochi chilometri dall’aeroporto di Bologna?

«Tutto è cominciato nel 2005: per la prima volta mi trovai ai comandi di un Cirrus, un aeroplano prodotto in Minnesota. Già 13 anni fa un concentrato di tecnologia: schermi digitali per la navigazione, e il paracadute in grado di far scendere il velivolo con passeggeri al suolo in condizioni di emergenza. Così, nel 2008 fondammo la società, che si occupava della distribuzione italiana dei Cirrus, e parallelamente la scuola di volo faceva i suoi primi passi nel mercato delle licenze private».

In quegli anni la richiesta di piloti di linea era in picchiata, cosa è scattato a un certo punto?

«La domanda internazionale un po’ ci ha messo del suo; noi abbiamo investito, comprando nuovi veicoli fra il 2014 e il 2017 per offrire le licenze private a prezzi diversificati, e ora siamo in grado di accompagnare i nostri studenti fino al brevetto per pilota di linea».

Per lavoro o per passione quindi sono sempre di più le persone che vogliono prendere il volo?

«I numeri lo confermano, basta pensare che da duemila ore di volo nel 2016 siamo passati a quasi 4000 nel 2018, con trenta nuovi allievi solo quest’anno. La vera sfida ora sarà trovare degli altri istruttori».

Perché?

«In Italia fare l’istruttore di volo è sempre stata considerata una professione a ‘tempo perso’ e così sono tutti andati all’estero. Noi siamo stati fra i primi a fare contratti a tempo indeterminato, fidelizzando gli istruttori e mantenendoli sul territorio».

Cosa c’è nel futuro della Professional Aviation?

«Di concreto ci saranno 45 nuovi allievi, ma il nostro obiettivo è espanderci, creare una vera e propria Academy con alloggi e foresteria, un punto di riferimento nell’area del Mediterraneo. Intanto continueremo sulla nostra linea, facendoli volare su aeroplani molto tecnologici e forniti degli stessi sistemi degli aerei di linea perché arrivino preparati alla chiamata delle compagnie».

E nel futuro di Vito Preti?

«Spero i voli executive, l’aviazione d’affari non ha ancora preso piede nella cultura italiana. E’ uno strumento di lavoro importante, un grande progetto che mi piacerebbe realizzare con l’appoggio di una cordata di imprenditori, una svolta che permetterebbe all’economia bolognese veramente di alzarsi in volo».

di GABRIELE TASSI

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